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venerdì 22 luglio 2011

IL PRIORATO DI SION


Il Priorato di Sion (in francese Prieuré de Sion) è una organizzazione segreta protagonista di diverse opere, di fantasia e non. Anche se è stato rappresentato in modi tra loro molto diversi, che vanno dalla più potente tra le società segrete della storia occidentale ad una farsa dei Rosacroce, l'unico Priorato di Sion di cui si hanno notizie storiche certe è un'associazione fondata il 7 maggio 1956 ad Annemasse da Pierre Plantard. La presunta antica istituzione, è, secondo la storiografia, solo una elaborata invenzione da parte di questa più recente associazione. Un'«Abbazia di Nostra Signora del Monte Sion», effettivamente fondata nel 1099 a Gerusalemme da Goffredo di Buglione, ovviamente non ha nulla a che vedere con il moderno "priorato" di Pierre Plantard.
La storia
Il cosiddetto "Priorato di Sion - C.I.R.C.U.I.T. (Cavalleria di Istituzione e Regola Cattolica e di Unione Indipendente Tradizionalista)" è stato fondato il 7 maggio 1956 ad Annemasse da Pierre Plantard (1920 – 2000), un disegnatore francese. In base all'articolo III.c dello statuto originale del Priorato di Sion, l'associazione prendeva il nome da una vicina montagna, chiamata Sion, nei pressi della cittadina francese di Annemasse (niente a che vedere dunque con il più noto monte Sion in Palestina). Questa associazione si dedicava, tramite un suo giornale intitolato Circuit, ad opporsi alla borghesizzazione della regione. Il Priorato del 1956 aveva sede nell'abitazione di Plantard medesimo ad Annemasse, ed era stato registrato ufficialmente alla sotto-prefettura di Saint-Julien-en-Genevois il 7 maggio 1956 da André Bonhomme e Pierre Plantard, come prevedeva la legge francese. Venne sciolto in un periodo successivo all'ottobre 1956, ma rivitalizzato in modo intermittente da Plantard tra il 1962 e il 1993, come loggia iniziatica, con la speranza che sarebbe diventato un'avanguardia dedicata alla restaurazione della cavalleria e della monarchia in Francia, per portare avanti le sue false pretese al trono di Francia. Il Priorato iniziò a produrre in questo periodo tutta una serie di documenti, spesso di distribuzione limitata e pubblicati in edizione privata. Gli argomenti erano i più generici, ma in tutti v'erano inseriti riferimenti, più o meno espliciti, a un presunto passato millenario del Priorato; molti di questi documenti inoltre ricollegavano questo misterioso passato al mistero del curato Bérenger Saunière. I documenti furono depositati alla Bibliothèque Nationale di Parigi sotto vari pseudonimi. È più o meno dello stesso periodo la pubblicazione de Le trèsor maudit, un romanzo best-seller francese scritto da Gérard de Sède in cui si afferma che Saunière avesse trovato delle misteriose pergamene da cui sarebbero provenute le sue misteriose ricchezze tanto a lungo discusse. L'apparente coincidenza fa pensare che vi sia stato qualche legame tra lo scrittore Sedè e Pierre Plantard, su cui però i due personaggi si tengono molto vaghi. Il mistero attirò l'attenzione dei media e un produttore televisivo della BBC, Henry Lincoln, dopo varie ricerche assieme allo storico amatoriale Richard Leigh e a Michael Baigent, riscoprì i vari documenti relativi al Priorato. Prendendoli come autentici i tre, basandosi in particolare su un manoscritto, Les Dossiers secrets de Henri Lobineau (scritto in realtà dallo stesso Pierre Plantard), pubblicarono i loro risultati in un libro, Il Santo Graal (The Holy Blood and The Holy Grail) in cui furono rese di pubblico dominio le pretese del Priorato, suscitando un forte interesse mediatico. Il libro Il Santo Graal e Les Dossiers secrets de Henri Lobineau presentano il Priorato come se fosse una società vecchia di un millennio, con il compito della sopravvivenza di una linea Merovingia di re Franchi, che sarebbe sopravvissuta nell'ombra. Tra il 1961 e il 1984 Plantard inventò un pedigree mitico per il Priorato di Sion, sostenendo che era stato fondato a Gerusalemme, durante la prima crociata, da Goffredo di Buglione. Le ricerche condotte sui misteri di Rennes-le-Château hanno portato Michael Baigent, Richard Leigh, e Henry Lincoln a trovare lo pseudostorico Archivio segreto di Henri Lobineau, compilato da "Philippe Toscan du Plantier", che divenne la fonte per il loro libro, nel quale riportavano delle dichiarazioni secondo cui:
con una lista di illustri grandi maestri, il Priorato di Sion aveva una lunga storia che iniziava con la creazione dei Cavalieri templari come suo fronte militare e finanziario;
ebbe un grande ruolo nel promuovere e partecipare al "fiume sotterraneo dell'esoterismo", l'Alph, nell'Europa medioevale;
giurò di riportare la dinastia merovingia, che governò il Regno dei Franchi dal 447 al 751, sui troni d'Europa e Gerusalemme;
l'ordine proteggeva questi pretendenti reali in quanto discendenti diretti di Gesù e di sua moglie Maria Maddalena.
Questi autori sostennero che gli scopi ultimi del Priorato di Sion sono:
la fondazione di un "Sacro Impero Europeo" che sarebbe diventato la prossima superpotenza e avrebbe introdotto un nuovo ordine mondiale di pace e prosperità;
la sostituzione della Chiesa Cattolica Romana con una religione di stato ecumenica e messianica, per mezzo della rivelazione del Santo Graal e di un "testamento di Giuda" che avrebbe provato la visione ebionita e le rivendicazioni dei Desposyni;
la generazione e installazione del re consacrato di una Grande Israele.
Baigent, Leigh e Lincoln giunsero ad una propria interpretazione dei Protocolli dei Savi di Sion, che vedevano come una delle prove più evidenti dell'esistenza e delle attività del Priorato di Sion:
La versione originale emanata da un'organizzazione massonica irregolare che usava il nome "Sion" non aveva niente a che fare con una cospirazione giudaica internazionale.
La versione originale non era intesa per infiammare l'opinione pubblica o essere pubblicata, ma era un programma per ottenere il controllo della massoneria.
La persona responsabile di avere alterato il testo attorno al 1903 fu Sergei Nilus, nel corso del suo tentativo di guadagnarsi influenza alla corte di Nicola II di Russia. La presenza di una cricca esoterica all'interno della corte reale portò ad un considerevole intrigo. La pubblicazione del testo da parte di Nilus fu dovuta al fallimento nello strappare l'influenza a Papus e a un non meglio identificato "Monsieur Philippe".
Poiché Nilus non riconobbe una serie di riferimenti all'interno del testo che riflettevano un contesto culturale cristiano, non li cambiò. Questo fatto dimostrava che la versione originale non poteva provenire dal primo Congresso Sionista di Basilea (1897).
Accettando queste ipotesi come fatti, alcuni escatologi cristiani marginali videro il Priorato di Sion come il compimento delle profezie che si trovano nell'Apocalisse e come un ulteriore prova di una cospirazione anticristiana di proporzioni epiche. Comunque, poiché gli storici moderni non accettano Holy Blood, Holy Grail come un serio contributo agli studi storici, tutte queste pretese sono considerate parte di una dubbia teoria della cospirazione. Gli autori francesi come Franck Marie (1978), Jean-Luc Chaumeil (1979, 1984, 1992) e Pierre Jarnac (1985, 1988) non hanno mai preso sul serio Pierre Plantard e il Priorato di Sion, al contrario di Baigent, Lincoln e Leigh. Essi conclusero rapidamente che si trattava di una bufala, delineando i motivi del loro verdetto, e fornendo prove dettagliate che gli autori di Holy Blood non avevano riportato per esteso. Implicano inoltre che queste prove sono state ignorate da Baigent, Lincoln e Leigh allo scopo di sostenere la versione mitica della storia del Priorato. Nel 1989 Pierre Plantard cercò senza successo di salvare la proprio reputazione e il proprio programma sostenendo che il Priorato di Sion era stato in realtà fondato nel 1681 a Rennes-le-Chateau. Nel settembre 1993, egli sostenne che lo scomparso Roger-Patrice Pelat era stato Grande Maestro del Priorato di Sion. Pelat, morto quattro anni prima, era un amico dell'allora presidente francese François Mitterrand ed era al centro di uno scandalo che coinvolgeva il primo ministro francese Pierre Bérégovoy. Un tribunale francese ordinò una perquisizione nell'abitazione di Plantard, in cui furono rinvenuti molti documenti, inclusi alcuni che proclamavano Plantard come vero re di Francia. Sotto giuramento, Plantard ammise che aveva fabbricato tutto, compreso il coinvolgimento di Pelat con il Priorato di Sion. A Plantard venne ordinato di cessare e desistere da tutte le attività legate alla promozione del Priorato di Sion ed egli visse lontano dai riflettori fino alla propria morte, avvenuta a Parigi il 3 febbraio 2000.
Motto criptico
Et in Arcadia ego... è il presunto motto della famiglia Plantard e del Priorato di Sion, secondo una rivendicazione apparsa per la prima volta nel 1964. Et in Arcadia ego è una frase latina nota perché appare come iscrizione tombale sul dipinto classico Pastori in Arcadia (1640 circa) del pittore francese Nicolas Poussin. La frase significa letteralmente, "E io nell'Arcadia". L'aggiunta dell'ellissi (non presente nel dipinto di Poussin), suggerisce una parola mancante. Anche se non richesta dalla grammatica latina, sum è una delle parole suggerite per completare la frase, che diventa: "Anche nell'Arcadia sono io". Inoltre, è stato teorizzato da Richard Andrews e Paul Schellenberger che la frase completa Et in Arcadia ego sum sia un anagramma di Arcam Dei Tango Iesu, che significa "Io tocco la tomba di Dio – Gesù". L'implicazione è che la tomba contenga l'ossario di Gesù, figura centrale nella teologia cristiana, o che la scritta incompleta "Et in Arcadia ego" sia l'anagramma di un'altra frase: "I Tego Arcana Dei", "Vattene! Io celo i misteri di Dio". Indipendentemente dall'accuratezza di questa straordinaria pretesa, essa non è considerata parte della storia del dipinto di Poussin contenente la frase, che è ben documentata.
Influenza culturale
Il Priorato di Sion ha avuto diverse influenze sulla cultura popolare, non tutte completamente accurate o serie. Il Priorato funse da modello per l'Ordine del Grail nella collana di fumetti Preacher, e più alla lontana per il Millennium Group della serie televisiva Millennium. Il Priorato gioca un ruolo importante nel romanzo di Dan Brown Il codice da Vinci del 2003, dove è presentato come una organizzazione segreta avente lo scopo di proteggere la verità e la discendenza di Cristo, che rispetta e valorizza il Femminino Sacro. Secondo tale versione (che differisce da quella di Baigent, Leigh e Lincoln), il Priorato sarebbe stato fondato da Goffredo di Buglione dopo la conquista di Gerusalemme, tra i suoi maestri vi sarebbero stati tra i più grandi intellettuali ed artisti (Da Vinci, Botticelli, Hugo, Newton). Il Priorato avrebbe avuto anche un braccio militare: i famosi e misteriosi Templari. Tuttavia, non avrebbe nulla a che vedere con tentativi di fondare un Sacro Impero Europeo, di abbattere e sostituire la Chiesa Cattolica Romana o con l'istituzione di un grande re di Israele, idee ispirate dall'idea dell’esistenza di un complotto internazionale giudaico, che trovò voce su un testo scritto all’inizio del secolo e noto come Protocolli dei savi di Sion. I reali scopi di quest'ordine sarebbero quelli di conservare la verità sulla mortalità di Cristo e del suo matrimonio con la Maddalena - ipotesi che troverebbero conferme nei vangeli apocrifi - e di proteggere il Santo Graal, ovvero l’ipotetica discendenza di Cristo e di Maria Maddalena.
Presunti Gran Maestri
Il mitico Priorato di Sion si suppone fosse retto da un "Nautonnier", un termine in francese antico per navigatore, che significa "Gran Maestro" nella loro nomenclatura esoterica interna. La lista seguente di Gran Maestri deriva dai Dossiers Secrets d'Henri Lobineau compilati da Pierre Plantard sotto il nom de plume di "Philippe Toscan du Plantier" nel 1967. Tutte le persone nominate in questa lista erano morte prima di quella data. Tutti i nomi tranne due si possono ritrovare anche in elenchi di presunti "Imperatori" (capi supremi) e “membri distinti” dell'Antico Ordine Mistico Rosae Crucis che circolava in Francia al tempo in cui Plantard era in contatto con ambienti rosacrociani. La maggior parte di coloro che sono nominati hanno in comune la fama di avere nutrito interesse per l'occulto o per le dottrine eretiche.I Dossiers Secrets asserivano che i Cavalieri templari condivisero sempre i medesimi Gran Maestri fino ad uno scisma occorso durante l'incidente diplomatico del "Taglio dell'olmo" nel 1188. In seguito a tale evento i Gran Maestri del Priorato di Sion sono indicati come segue:

1.Jean de Gisors (1188–1220)
2.Marie de Saint-Clair (1220–1266)
3.Guillaume de Gisors (1266–1307)
4.Edouard de Bar (1307–1336)
5.Jeanne de Bar (1336–1351)
6.Jean de Saint-Clair (1351–1366)
7.Blanche d'Evreux (1366–1398)
8.Nicolas Flamel (1398–1418)
9.René d'Anjou (1418–1480)
10.Iolande de Bar (1480–1483)
11.Sandro Filipepi (1483–1510)
12.Léonard de Vinci (1510–1519)
13.Connétable de Bourbon (1519–1527)
14.Ferdinand de Gonzague (1527–1575)
15.Louis de Nevers (1575–1595)
16.Robert Fludd (1595–1637)
17.J. Valentin Andrea (1637–1654)
18.Robert Boyle (1654–1691)
19.Isaac Newton (1691–1727)
20.Charles Radclyffe (1727–1746)
21.Charles de Lorraine (1746–1780)
22.Maximilian de Lorraine (1780–1801)
23.Charles Nodier (1801–1844)
24.Victor Hugo (1844–1885)
25.Claude Debussy (1885–1918)
26.Jean Cocteau (1918–1963)

Un documento posteriore, Le Cercle d'Ulysse, identifica François Ducaud-Bourget, un prete cattolico tradizionalista in vista per cui Plantard aveva lavorato come sacrestano durante la seconda guerra mondiale, come il Gran Maestro succeduto alla morte di Cocteau. Lo stesso Plantard è in seguito identificato come il successivo Gran Maestro. Quando i Dossiers Secrets furono svelati come frode dai ricercatori francesi, Plantard si tranquillizzò. Nel corso del suo tentativo del 1989 di fare ritorno e far rivivere il Priorato di Sion, Plantard cercò di prendere le distanze dalla prima lista, ormai screditata, pubblicando una seconda lista di Gran Maestri del Priorato, che comprendeva i nomi del defunto Roger-Patrice Pelat e del proprio figlio Thomas Plantard de Saint-Clair:

1.Jean-Tim Negri d'Albes (1681–1703)
2.François d'Hautpoul (1703–1726)
3.André-Hercule de Fleury (1726–1766)
4.Charles de Lorraine (1766–1780)
5.Maximilian de Lorraine (1780–1801)
6.Charles Nodier (1801–1844)
7.Victor Hugo (1844–1885)
8.Claude Debussy (1885–1918)
9.Jean Cocteau (1918–1963)
10.François Balphangon (1963–1969)
11.John Drick (1969–1981)
1.Pierre Plantard de Saint-Clair (1981)
2.Philippe de Chérisey (1984–1985)
3.Roger-Patrice Pelat (1985–1989)
4.Pierre Plantard de Saint-Clair (1989)
5.Thomas Plantard de Saint-Clair (1989)

mercoledì 13 luglio 2011

LA MALEDIZIONE DI CA DARIO(Venezia)

 
"A Venezia il Palazzo Dario, meglio conosciuto come Ca' Dario, sembrerebbe perseguitato da una maledizione che ne uccide i proprietari".
Sul Canal Grande, a Venezia, nel sestiere di Dorsoduro, all'imbocco del Rio delle Torreselle, si affaccia un maestoso ed elegante palazzo in tipico stile veneziano:Ca Dario.
Su di esso graverebbe da secoli una maledizione: Coloro che acquistano la casa vengono brutalmente uccisi o muoiono suicidi o per "strane"cause accidentali.
Voluta dal segretario del Senato della Repubblica di Venezia Giovanni Dario,che la commissionò all'architetto Pietro Lombardo nel 1479.
Ca' Dario si è costruita questa pessima fama nel corso degli anni fin dopo le prime, misteriosissime morti. Le opinioni sono contrastanti sulle cause della morte dei vari proprietari: una conferma del fatto che non si sa realmente in quali precise circostanze alcune di esse siano avvenute.
Dopo la morte di Giovanni Dario la Casa passò nel 1494 alla figlia Marietta che aveva anni prima sposato il ricco Giacomo Barbaro: l'uomo d'affari subì un tracollo finanziarioe subito dopo morì accoltellato. La donna, in seguito a questa crisi,morì suicidandosi.Vincenzo Barbaro, il figlio di Giacomo, venne invece trovato morto a Candia (Creta).Fu un agguato, e gli assassini non furono mai scoperti.
È nell'Ottocento, però, che Ca' Dario costruisce per bene la sua pessima fama di casa maledetta.
La famiglia Barbaro rimase in possesso del Palazzo Dario fino agli inizi del XIX secolo, quando Alessandro Barbaro (1764-1839), membro dell'ultimo Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia e Consigliere Aulico del Tribunale Supremo di Verona, vendette il palazzo a Arbit Abdoll, un commerciante armeno di pietre preziose. L'uomo non ebbe molto tempo per godersi la nuova abitazione, poichè presto la sua attività fallì miseramente e morì subito dopo.
Radon Brown,studioso inglese che acquistò l’edificio, fu uno degli sfortunati che morì misteriosamente insieme al suo compagna. Si pensò al suicidio.
L'americano Charles Briggs, fuggito in Italia con il suo amante perché negli Stati Uniti l'omosessualità era fuorilegge, non ebbe vita lunga una volta giunto a Venezia e acquistata Ca' Dario: si suicidò con il proprio amante.
Tra il 1899 e il 1901 il poeta francese Henry De Regier visse da ospite all'interno del Palazzo, fino al sopraggiungere di una grave malattia che pose termine ai suoi soggiorni veneziani.
Agli inizi degli anni Settanta l'edificio venne acquistato da Filippo Giordano delle Lanze. Anche lui subì una tragica fine,ucciso dall'amante, un diciottenne che gli spaccò una statuetta sulla testa. Il ragazzo fuggì a Londra ma morì a sua volta per mano di sconosciuti.
Christopher"Kit"Lambert, manager del gruppo rock The Who, acquistò Ca' Dario e morì cadendo dalle scale. Si ipotizzò, anche in questo caso, il suicidio.
Fabrizio Ferrari, un manager veneziano, acquistò e si trasferì a Ca' Dario agli inizi degli anni '80. Ben presto ebbeun tracollo economico, mentre sua sorella Nicoletta morì in un incidente d'auto senza testimoni, a pochi metri dalla propria auto capovolta.
Poco più di vent'anni fa Rauol Gardini acquistò il palazzo per farne dono alla figlia. Fu poco dopo coinvolto in numerosi scandali finanziari e subì pesanti perdite. Morì anch'egli suicida, sparandosi, in circostanze poco chiare: fu trovato morto nella sua casa di Milano, il 23 luglio 1993.
Ma Ca' Dario colpisce anche a distanza.
L'illustre tenore Mario del Monaco si schiantò con l’auto mentre stava andando a stilare l’atto per l'acquisto della casa. Sopravvisse allo schianto ma dovette abbandonare per sempre il palco: la sua carriera era morta. Si racconta che in ambulanza, con voce strozzata, abbia detto al segretario che era con lui: "Sbrega quele carte" (distruggi il contratto).
Agli inizi del 2000 anche il regista Woody Allen era interessato all’acquisto della Casa che Uccide, ma lasciò perdere (per sua fortuna!).
Attualmente il palazzo veneziano è di proprietà di una multinazionale americana.
Chissà se resisterà molto, nella crisi finanziaria di oggi.
Varie sono state le ipotesi lanciate su questa casa maledetta.
alcuni sostengono che il palazzo fu costruito su un cimitero dei templari.Altri avanzano l'ipotesi che Ca' Dario sia influenzata dal talismano volto ad allontanare la negatività posto sul portone acqueo del palazzo di fianco.
Si sono dette molte altre cose, per esempio che Ca' Dario sia tuttora abitata dai fantasmi dei precedenti proprietari.
I Veneziani ci credono, eccome. Molti si tengono alla larga dal palazzo.
A prescindere da tutte le ipotesi, coloro i quali raccontano di esserci stati avvertono uno strano senso di inquietudine entrandoci o anche guardandolo da fuori

lunedì 4 luglio 2011

Nibiru,gli Anunnaki e l'evoluzione


Antichissime tavolette Sumere rivelerebbero l'esistenza nel nostro sistema solare di un misterioso pianeta il cui popolo - gli Anunnaki - avrebbe creato l'essere umano ed edificato le prime civiltà sulla Terra.
Nella storia dell'archeologia le presunte origini della civiltà hanno subito diversi spostamenti. Dapprima si credeva che furono i Greci a dare i natali alla nostra cultura, poi, con i rinvenimenti di età neolitica, il ruolo d'iniziatrice passò alla magnificenza egiziana. Ma tra gli studiosi aleggiava un dubbio: gli imperi di Babilonia e di Assiria, di cui si narra nell'Antico Testamento, erano precedenti all'epoca egizia? Successive scoperte indussero gli esperti a portare l'inizio della civiltà più indietro nel tempo, fino alla fondazione dell'impero Sumero: il 3.000 a.C. Bassorilievo sumero raffigurante i due "guardiani", o Anunnaki, di fronte all'albero della vita. Ulteriori scavi riportarono alla luce migliaia di tavolette che riferiscono la storia degli "Dei" di Sumer. Gli Anunnaki (letteralmente: "Coloro che dal Cielo sono venuti sulla Terra") sarebbero giunti sul nostro pianeta circa 450.000 anni fa in cerca di risorse minerarie ed in particolare di oro perché questo metallo, necessario per risolvere problemi concernenti l'atmosfera di Nibiru (il pianeta "dell'attraversamento") scarseggiava.

A Eridu, nel sud della Mesopotamia, gli Dei attrezzarono il primo avamposto sul pianeta Terra; l'entità denominata "Enki" era il comandante di questa spedizione. Dopo 28.000 anni giunse il fratello, Enlil e furono fondate altre città. Il comando della spedizione passò a quest'ultimo, dopo che Enki si trasferì in Africa nei pressi dell'attuale Zimbabwe, per estrarre oro dai vasti giacimenti presenti nel sottosuolo.

L'Homo Sapiens e la camera delle creazioni

Dopo un lunghissimo tempo gli Anunnaki, stanchi di continuare il pesante e gravoso incarico, decisero di elaborare una soluzione alternativa e grazie alle loro avanzate conoscenze scientifiche, 300.000 anni fa effettuarono un esperimento. Al fine di creare una razza di lavoratori, decisero di manipolare geneticamente, innestandovi il proprio DNA, una specie di ominidi allora presenti in quell'area. Tale progetto fu realizzato in collaborazione con la sposa di Enki: Ninhursag (chiamata significativamente la "Dea Madre" o la "Sapiente Mami" o anche "Signora che dà la vita") che ritirandosi nella camera delle creazioni dopo vari tentativi mostrò tra le sue mani la nuova creatura; era stato generato l'Homo Sapiens.

Al principio questo "novello schiavo" venne utilizzato nella "terra delle miniere" (in Africa), ma ben presto si richiese la sua presenza anche a Sumer. L'uomo, creato in serie dagli Anunnaki, come tutti gli ibridi, non era in grado di procreare fino a quando, ad un certo punto della storia, Enki decise di dargli questa opportunità senza l'approvazione dei suoi superiori, suscitando notevole scalpore. In questo sigillo viene rappresentata l'epica della creazione dell'uomo secondo la mitologia sumera Trascorsero gli anni e avvenne, come recita la Bibbia: "Che i figli degli Dei videro le figlie dei terrestri e presero per mogli quelle che piacquero loro più di tutte". Enlil non apprezzò tale iniziativa e decise di sfruttare un evento di sua conoscenza per eliminare l'umanità.

Il Diluvio e la rinascita della civiltà

Gli Anunnaki sapevano che, entro un breve periodo, sulla Terra si sarebbe verificata un'immane ed inevitabile catastrofe (avvenuta all'incirca 13.000 anni fa). Tale cataclisma sarebbe stato provocato dalla notevole forza gravitazionale esercitata dalla vicinanza di Nibiru alla Terra. Senza avvertire l'uomo, gli Dei partirono sulle loro navicelle e tornarono solo quando la furia degli elementi si placò. Ma Enki, da sempre simpatizzante dell'umanità, contravvenne alla decisione progettando di salvarla attraverso una "famiglia prescelta" ed informando del pericolo un uomo, ricordato nella Bibbia con il nome di Noé. La divinità decise di fornire le informazioni necessarie alla costruzione di "un'arca" dove venissero preservate le specie terrestri dall'imminente disastro. In seguito, quando le navicelle si posarono sul monte Ararat, grande fu la sorpresa di Enlil nel constatare che alcuni uomini erano sopravvissuti all'immane evento.

A quel punto, per intercessione di Enki, l'umanità fu finalmente accettata in pieno e gli Dei aprirono la Terra all'uomo. Poiché il diluvio aveva spazzato via le città, fu deciso di dare la possibilità ai terrestri di ricostruire una civiltà stabilendosi in tre zone: nella Valle del Nilo, nella bassa Mesopotamia e nella Valle dell'Indo. Una quarta area, definita sacra (termine che originariamente significava "dedicata, riservata") e alla quale l'uomo non poteva avvicinarsi senza autorizzazione, fu lasciata agli dei. Questa regione si chiamava Tilmun ("il luogo dei missili") e, come la traduzione letterale indica chiaramente, costituiva la nuova base spaziale, dopo che la precedente era stata cancellata dal diluvio. Numerose leggende narrano gli sforzi incessanti di alcuni valorosi per giungervi e trovare "l'albero della vita", capace di renderli immortali. Simili testimonianze costituiscono la nutrita documentazione tramandataci dai Sumeri.

Il pianeta X

Perché in seguito gli Anunnaki abbandonarono la Terra, perché non vissero più con l'uomo? E, soprattutto - come ha sottolineato Sitchin nei suoi libri - perché stanno ritornando? Se al primo quesito è arduo rispondere, il secondo trova conferma in dati astronomici tangibili e quindi non assimilabili al campo delle ipotesi. Nibiru, il pianeta degli Anunnaki, starebbe ritornando verso la Terra, come ha sempre fatto nel passato. In questo sigillo viene rappresentata l'epica della creazione dell'uomo secondo la mitologia sumera Sino a poco tempo fa gli astronomi erano convinti che Plutone fosse il pianeta che segnava il limite estremo del nostro sistema solare. Ricordiamo, per inciso, che Plutone è così piccolo che, ultimamente, gli è stato negato lo status di pianeta, declassandolo ad asteroide. Negli ultimi decenni si è ipotizzata, attraverso un modello matematico, l'esistenza di un corpo celeste oltre il Sole che con la sua enorme mole gravitazionale influirebbe sull'orbita delle comete passanti per l'estrema periferia del sistema solare. Denominato pianeta X (nel duplice significato di decimo pianeta e di incognita), presenta una massa tre volte superiore a quella di Giove ed un'orbita contraria a quella degli altri pianeti. Ma perché crediamo che questo misterioso astro corrisponda a Nibiru? Proprio per il dato appena riferito: le tavolette sumere parlano del pianeta degli Dei come di un enorme corpo celeste con orbita contraria rispetto ai nostri.

Nibiru torna ogni 3.600 anni

Gli studiosi ipotizzano che, se anche non fosse un pianeta, Nibiru comunque potrebbe essere una nana bruna: una stella più piccola del Sole, incapace di emettere luce e collassata su se stessa dopo aver esaurito l'energia contenuta nel proprio nucleo. Ma, a parte quel poco che gli astronomi possono dirci su Nibiru, possiamo ancora una volta ricavare delle preziose notizie a riguardo dalle suddette tavole sumere, sforzandoci però di interpretarne i dati obiettivamente e non considerarle semplici miti. Nibiru, ci svelano i Sumeri, avrebbe una perfetta orbita ellittica che lo fa entrare ed uscire dal nostro sistema solare ogni 3.600 anni. Può quindi venire considerato, a buon diritto, appartenente al nostro sistema solare, sebbene risulti invisibile per lungo tempo. Orbiterebbe tra due soli (il nostro ed uno esterno) che ne costituirebbero i perigei. Quando Nibiru passa vicino al nostro pianeta, porterebbe degli scompensi tellurici,vista la sua alta potenza gravitazionale.

Tale affermazione non vuole essere allarmistica, tanto più che bisogna considerare la posizione della Terra durante questi passaggi: più si è vicini e più la possibilità di sommovimenti naturali si accentua. I Sumeri ci insegnano che il famoso Diluvio sarebbe stato provocato dall'approssimarsi di Nibiru alla Terra e che la nascita di tutte le grandi civiltà è sempre stata scandita dal metronomico lasso di tempo dei fatidici 3.600 anni. Questa osservazione risulta particolarmente interessante se notiamo che tutti i popoli antichi avrebbero appreso i fondamenti della loro cultura da "divinità celesti". Andrea Carusi, ricercatore dell'Istituto di Astrofisica Spaziale del CNR, sostiene che l'orbita retrograda del pianeta X ci invita a comprendere che esso non può essere stato generato con il Sole
. Quindi, Nibiru dev'essere stato "catturato" nel nostro sistema solare in un secondo tempo. E, guarda caso, questo è proprio quanto sostengono i "miti" sumeri! Ma, chi fornì alla fiorente civiltà sumera dei dati astronomici così minuziosi da risultare ancora oggi esatti? La risposta, secondo Sitchin, è stata e sarà sempre la stessa: gli Dei o meglio, gli Anunnaki.