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martedì 27 settembre 2011

Area 51

In pieno deserto del nevada a circa 190 chilometri da las vegas, c'è una zona di cui le carte topografiche ufficiali non riportano alcun particolare.
Eppure la zona è tutt' altro che deserta: fra montagne e piccoli corsi d' acqua ci sono strade, bunkers, edifici ed una pista d' atterraggio lunga 10 chilometri. Sulle carte, tuttavia, non risulta nulla: come se ogni attività cessasse su un' area vasta come le Marche.
Nell' Area 51, istituita nel 1954, la società aeronautica Lockheed ha realizato aerei spia per conto della Central Intelligence Agency (la CIA) ed ancora oggi qui si progettano e si sperimentano alcuni dei più avveniristici aerei americani, fra cui il bombardiere Stealth ed altri velivoli non convenzionali. E' comprensibile come la zona sia sempre stata avvolta dal più fitto mistero: fino al 1994 l' Aeronautica Militare degli Stati Uniti ne ha addirittura negato l'esistenza.
Ma secondo testimonianze recenti, non tutte le tecnologie sperimentate sono americane, così come non sono americani alcuni tecnici che vi lavorano: entrambi, infatti, proverrebbero dallo spazio. Accettare queste testimonianze vorrebbe dire dar credito all' ipotesi che gli UFO siano di origine extraterrestre; in queste pagine non si vuole parteggiare per l' una o l' altra ipotesi, ma si vogliono presentare i fatti e le testimonianze per Hangar con piste ed una ripresa effettuata dal satellite
 come sono state raccontate.
Da quando esiste l' Area 51, si sono moltiplicati gli avvistamenti di strani oggetti nel cielo, regolarmente smentiti dalle autorità. Finchè un giorno a confermare i fatti è stato uno dei tecnici della base, il quale, per di più, ha parlato chiaramente di programmi di studio della tecnologia extraterrestre.
Robert "Bob" Lazar è uno scienziato che ha lavorato alla base Nellis con un contratto di cinque mesi, a partire dal dicembre 1998. Nella sua prima esplosiva dichiarazione in TV, che risale al maggio 1989, Lazar ha affermato che il governo degli Stati Uniti era impegnato nello studio di nove dischi volanti con l 'obiettivo di scoprire possibili applicazioni della tecnologia aliena. Nel mese di novembre Lazar parlò di una località supersegreta presso il Lago Papoose, denominata "S4", dove sarebbero custoditi velivoli extraterrestri. Rivelò poi di aver fatto parte dello staff di 22 tecnici incaricati di scoprire il sistema di propulsione dei dischi volanti.
 
Stando alle dichiarazioni di Lazar, S4 è un complesso sotterraneo che occupa in tutta la sua lunghezza un' intera catena montuosa. All' inizio egli pensava di dover lavorare su materiali e congegni molto avanzati ma di fabbricazione convenzionale. Tuttavia, dopo essere entrato in uno dei dischi volanti, si rese conto che si trattava di oggetti che per forma e dimensioni dovevano provenire da un mondo diverso dal nostro. Constatò che mancava qualsiasi segno di giuntura o fusione, non c' erano bulloni, oggetti e strutture erano arrotondati e senza spigoli, come se fossero stati modellati nella cera, dopo essere stati fusi e poi raffreddati. I dischi avevano aperture a forma di oblò e sedili ad appena 30 cm. dal pavimento. Il propellente era costituito da un oggetto poco più grande di una palla da tennis, dal quale si irradiava un campo antigravitazionale che attraversava una cavità a forma di colonna lunga quanto il velivolo.
A confermare i sospetti di Lazar fu la documentazione informativa distribuita ai tecnici, che conteneva una sorprendente quantità di dati sui dischi volanti e persino foto di autopsie di piccoli esseri grigi con grosse teste calve. Egli non affermò in modo categorico di aver visto degli extraterrestri dentro S4, ma disse di aver notato qualcosa di strano: passando davanti ad una stanza, avrebbe visto due uomini in camice bianco, i quali, rivolti verso il basso, parlavano a qualcuno di dimensioni piuttosto piccole.
Queste sono indubbiamente affermazioni incredibili, che ripropongono un classico dilemma dell' ufologia: è Lazar che trae spunto dai luoghi comuni su dischi volanti ed extraterrestri, oppure ciò che dice dev' essere considerato come prova attendibile? Senza dubbio è molto difficile separare il fatto autentico dal prodotto di fantasia
In ogni caso, le affermazioni di Lazar hanno trovato diverse conferme. George Knapp, autore dell' intervista, dice di essere stato contattato da molti testimoni. In particolare, knapp ha ricevuto una dichiarazione registrata su videocassetta, resa da un uomo che ha diretto vari programmi nella base di Nellis, secondo la quale, fin dal 1950 le autorità statunitensi custodirebbero effettivamente materiale extraterrestre oltre ad esseri alieni.
Tuttavia, questa testimonianza potrà essere verificata soltanto dopo la morte di chi l'ha resa. Anche gli altri testimoni rifiutano di apparire in pubblico per paura delle conseguenze.
Tuttavia è indubbio che qualcosa di insolito accada nel deserto del nevada. Jim Gooall, scrittore e giornalista specializzato in aeronautica, sostiene che esistono almeno otto "Black Projects" nell' Area 51. I Black Projects sono i progetti ultrasegreti del governo americano, come il bombardiere Stealth B-2, o le sonde teleguidate, così veloci e manovrabili da poter essere facilmente scambiate per dischi volanti. Ma anche Goodall sospetta che ci sia dell' altro. I velivoli in questione sono incredibilmente silenziosi e veloci; uno di questi ha sorvolato l' Area 51 ad una velocità superiore ai 16.000 Km. orari (circa 13 volte la velocità del suono).
Secondo un dipendente della Lockeed, intervistato da Goodall, "alcuni degli oggetti che sfrecciano sul deserto del Nevada farebbero venire l' acquolina in bocca a George Lucas, il regista di Guerre Stellari".
Cosa ci nasconde l' Area 51?
Velivoli avveniristici di fabbricazione terrestre o astronavi interplanetarie?
Indubbiamente la risposta è una di queste, ma quale?

martedì 20 settembre 2011

IL VAMPIRISMO



I vampiri, leggenda di tutte le tradizioni, simboli di morte e di vita eterna allo stesso tempo, affascinanti e terrorizzanti, romantici e feroci, morte ed amore legati in un nodo inscindibile. Figure della notte che da sempre hanno colpito la fantasia dei popoli, i vampiri sono molto cambiati nell’immaginazione delle civiltà con il passare dei secoli, ora “Vampiro” è divenuto sinonimo di “Amore immortale”, di “dannazione perfetta”, di “tormento romantico” ma non sempre è stato così. Il Vampiro nelle leggende dei popoli è la Piaga, la Malattia, il Terrore, l’incarnazione del Male, il Vento freddo che rapisce la vita nel sonno, morto orrendo che si ciba della linfa vitale dei vivi.
La leggenda è mutata con il passare degli anni, modificando i comportamenti e l’aspetto di questa magica creatura per meglio adattarlo alle necessità di coloro che vi credevano, e così il Vampiro dal cadavere non decomposto che massacrava le sue vittime sotto forma di fantasma è diventato l’antieroe romantico che si nutre del sangue degli uomini, la figura che noi amiamo, odiamo, ed amiamo odiare.

Secondo gli scritti del 18° e 19° secolo il vampiro mai lasciava la sua tomba, cacciava dal singolo individuo ad intere comunità, la sua forma cadaverica e gelida terrorizzava e le sue parole facevano tremare coloro che ne incrociavano il sentiero. I vampiri di quegli anni erano poco simili a quelli descritti dalla letteratura e cinematografia (nonché dall’immaginazione) dei nostri giorni, il vampirismo era considerato una malattia, o meglio una piaga che prendeva forza attraverso i corpi dei morti non decomposti, spesso legata alla licantropia, a morte violenta, ad animo malvagio e perverso e poco lo legava alla “dannazione ingiusta”, all’anima tormentata dall’amore e dal dolore, al rimorso che segue l’uccisione della vittima, alla disperata angoscia della condizione di non morte. Il vampiro era predatore instancabile, massacratore di popoli, la sua malvagità lo aveva fatto tornare nella morte, e la sua eccezionale perfidia muoveva il suo morto corpo per le terre in cerca di linfa vitale per mantenersi nella condizione ottenuta. Demone, fantasma, simbolo di terrore, perfetto araldo del Male.
John Heinrich Zopfius nella sua dissertazione sui Vampiri della Serbia (1733) disse : “i Vampiri sorgono potenti dalle loro tombe durante la notte, attaccano le persone che quietamente dormono nei loro letti, succhiano tutto il sangue dai loro corpi e li distruggono. Cacciano uomini, donne, bambini allo stesso modo, non facendo differenze né di età né di sesso. Coloro che cadono sotto la malvagità fatale della loro influenza soffrono nella mancanza di respiro, nella totale incapacità dello spirito, dopo di che muoiono velocemente. Alcuni a cui, in punto di morte, venne stato chiesto se potessero spiegare cosa stesse causando la loro malattia, spiegarono che persone, morte molto tempo prima, erano sorte dalle loro tombe per torturarli e tormentarli”. Scoffern nel suo “Stray Leaves of Science and Folk Lore scrive : “la migliore definizione che io posso dare di un Vampiro è: un corpo morto vivente ed assassino. Un corpo morto vivente! Le parole sono contraddittorie, incomprensibili, ma così sono i Vampiri”. Horst definisce così il Vampiro: ” un corpo morto che continua a vivere nella sua tomba, che lascia, a volte, durante la notte per l’intenzione di succhiare il sangue dei viventi, per questo si preserva in buone condizioni invece di decomporsi come gli altri corpi”.
Un demone devastatore dunque, un uccisore di innocenti, ma un demone non possiede un corpo, tranne i casi in cui, per i suoi scopi, trasferisce le sue energie ad uno di sua scelta, allora ne assume, o sembra assumerne uno. Il Vampiro di conseguenza non è un vero e proprio demone nel senso stretto del termine, ma a causa della sua folle bramosia ed orride propensioni sembra essere effettivamente demoniaco e creatura degli inferi. Nello stesso modo un Vampiro non può essere visto come fantasma o spirito, perché queste apparizioni sono intangibili, il Vampiro ha un corpo e la sua ricerca del sangue è dovuta al desiderio di mantenere intatto questo corpo. Non è un morto, non è un vivo, vive nella morte. Il Vampiro è un’anormalità, un androgino nel mondo degli spiriti, un pariah nel regno dei maledetti. Lontano dagli uomini, lontano dai maledetti, solo con la sua sete e la sua malvagità perversa.
La Leggenda
“Ci è stato detto che uomini morti, uomini che erano morti da diversi mesi, ritornano dalla tomba, sono stati sentiti parlare, camminare, infestare villaggi, ferire sia uomini che animali, il sangue di questi veniva assorbito portandoli ad essere deboli ed ammalati, ed alla fine causando la loro morte”
Le origini della leggenda sono oscure e coperte dalla nebbia dei tempi, probabilmente la sua prima forma risale al tempo dell’uomo primitivo, quando esso iniziò ad osservare la misteriosa relazione esistente tra l’anima ed il corpo. Questa divisione dell’individuo in due elementi fondamentali può essere stata facilmente suggerita, anche se in modo rozzo, dal fenomeno dell’incoscienza, visibile anche nel sonno e più in particolare nella morte. Ancora adesso le tribù africane adorano i loro re morti convinte che il loro spirito rimanga loro vicino. Le tribù Bantu della Zambia credono in una divinità suprema, Leza, il cui potere si manifesta nella tempesta, nelle nuvole portatrici di piogge torrenziali, nel ruggito del tuono e nell’abbagliare del fulmine, ma a questa divinità non si può accedere direttamente con le preghiere ed i sacrifici.
Gli dei, quindi, adorati da queste tribù sono di due generi, gli spiriti dei capi deceduti che sono pubblicamente venerati da tutta la tribù, e gli spiriti dei parenti, che vengono venerati in privato da una famiglia e che hanno funzioni sacerdotali. Si narra tra i Bantu che gli uomini che conducono una vita malvagia possono tornare dopo la morte, assumono durante la notte forma corporea ed attaccano i viventi, spesso ferendoli ed uccidendoli. Sembra che questi esseri siano per lo più attratti dal sangue che permette loro di eseguire più facilmente i loro propositi, ed anche solo poche gocce li aiutano a dare vita ai loro corpi. Per questo i Bantu hanno un grande orrore del sangue e non permetterà mai ad una singola goccia di cadere al suolo.
La parola “Vampiro” ha origini slave, russe, polacche, ceche, serbe e bulgare. La parola è apparentemente sconosciuta in Grecia, ed il termine moderno usato in genere è “vrykolakas”, il suo equivalente in inglese è “werewolf”, in scozzese “warwulf”, in tedesco “werwolf” ed in francese “loup-garou”, il nostro “lupo mannaro”, solo in serbia la parola significa “vampiro”. È da dirsi però che i popoli serbi credono che un uomo che in vita era un “werewolf” diventi un vampiro dopo la morte (ma molte popolazioni legano il vampirismo alla licantropia). Il primo esempio dell’uso della parola “vampiro” nella letteratura sembra apparire nel “The Travels of Three English Gentlemen”, scritto intorno al1734, dove si trova il seguente passaggio : “noi non possiamo omettere di osservare qui, che il nostro Signore sembra prestare qualche attenzione a qualcosa che il Barone Valvassore ha riportato circa i Vampiri infestanti qualche zona del Regno.
Si suppone che questi vampiri siano i corpi di persone morte, animate da spiriti malvagi, che escono durante le ore notturne dalle loro tombe, succhiano il sangue di molti viventi e poi li distruggono”. Nel 1744 venne pubblicato a Napoli la famosa “dissertazione sui Vampiri” di Giuseppe Davanzati, Arcivescovo di Trani. Davanzati inizia relazionando vari casi molto noti ed autenticati di vampiri, in particolar modo riguardanti gli anni tra il 1720 ed il 1739 in Germania. L’Arcivescovo mostrò un’ottima conoscenza della letteratura sulla materia e prese la decisione che questi fenomeni non potessero rientrare nella categoria delle apparizioni e dei fantasmi, ma dovessero essere spiegati in altro modo. Più conosciuta è la “Dissertations sur les Apparitions des Anges, des Demons et des Esprits, et sur les Revenants et Vampires ” di Dom Augustin Calmet (1746), pubblicato a Parigi. Il lavoro venne ristampato più volte e tradotto in inglese e tedesco. Ai suoi giorni esercitò una grande influenza ed i riferimenti ad esso rimangono molti.
Dom Calmet, che studiò a lungo il soggetto, mette in evidenza che certi eventi, certi fanatismi, distinguono e caratterizzano determinati secoli. Egli continua così : “nell’età presente, e nei sessanta anni passati, abbiamo avuto notizia di eventi ed incidenti straordinari. Hungaria, Moravia, Silesia, Polonia, sono il teatro principale di questi avvenimenti. Ci è stato detto che uomini morti, uomini che erano morti da diversi mesi, ritornano dalla tomba, sono stati sentiti parlare, camminare, infestare villaggi, ferire sia uomini che animali, il sangue di questi veniva assorbito portandoli ad essere deboli ed ammalati, ed alla fine causando la loro morte. Gli uomini non potevano evitare queste terribili visite, non potevano essere al sicuro da questi tremendi attacchi, fino a quando non riesumavano i corpi dalle loro tombe, non guidavano un palo affilato attraverso quei corpi, non tagliavano le loro teste, strappavano via il cuore o li bruciavano fino a lasciare solo ceneri…
Il nome dato a questi fantasmi è Oupires, o Vampiri, che è come dire “succhiatori di sangue”, i particolari con cui essi vengono descritti sono così singolari, così dettagliati, accompagnati da circostanze così probabili che sembra impossibile non condividere la credenza di questi popoli che questi esseri ancora vagano sulla Terra e causano morti orribili”. Uno dei primi scrittori (anche se non il primo) del 17° secolo che si cimentò con i Vampiri fu Leone Allaci, nel suo trattato “De Graecorum Hodie quorundarum opinationibus”, Colonia 1645, discusse ampiamente molte tradizioni legate in qualche modo ai vampiri, riguardo ai quali disse: “il vrykolakas è il corpo di un uomo dalla vita malvagia e corrotta, molto spesso di una persona scomunicata dal suo Vescovo. Questi corpi non soffrono la decomposizione come gli altri cadaveri dopo la sepoltura, non divengono polvere, ma avendo, almeno così sembra, una pelle di straordinaria resistenza, diventano gonfi e tesi ovunque.
La pelle diventa tesa come quella di un tamburo, e se colpita da lo stesso suono di esso” secondo questo autore un demone prende possesso di questo corpo, che sorge dalla tomba, e, in genere durante la notte, vaga per le strade dei villaggi, bussando ad ogni porta e chiamando uno degli abitanti della casa per nome. Se la persona poco saggiamente risponde, la sua morte è sicura durante il giorno successivo. In ogni caso il vrykolakas non chiama mai due volte lo stesso nome, e quindi le persone sempre attendono di essere chiamate alla porta due volte prima di rispondere durante la notte. Allaci prosegue spiegando come questa tradizione greca non sia affatto una novità né sia di recente creazione, egli ci dice : “sia nei tempi antichi che nei tempi più recenti uomini santi e uomini di grande pietas che avevano ricevuto il Battesimo cristiano hanno tentato di strappare le radici a questa tradizione dall’immaginazione popolare”, Allaci inoltre non esita a dichiarare sue personali testimonianze sull’esistenza dei vampiri, egli ci credeva veramente.
Disse : “è tentativo da folli il cercare di negare che questi corpi sono spesso trovati non corrotti nelle loro tombe e negare il loro uso da parte del Demonio, se Dio lo permette, per orribili complotti e piani a danno dell’umanità”. Questa anormale situazione del cadavere era considerata un sicuro segno del vampiro, nonché una condizione indispensabile al vampirismo. Nella Chiesa Greca è spesso detto essere il risultato di una scomunica, questa è una accettata e definita dottrina della Chiesa Ortodossa. Non è certo impossibile che alcuni casi di catalessi o animazione sospesa sfociate in sepolture premature, abbiano aiutato la tradizione del Vampiro a rinforzarsi.
Il Vampirismo
” E’ stato detto che un santo è una persona che ad ogni bivio che si apre davanti ai suoi passi sceglie la via migliore. Così come un uomo veramente malvagio è colui che sceglie sempre la peggiore”
È necessario domandarsi come un umano divenga un Vampiro, quali siano le cause che predispongono (o che si ritengono predisporre) una persona a questa condizione demoniaca. Il Vampiro è qualcuno che ha condotto una vita al di fuori dell’ordinaria immoralità e malvagità; un uomo di orribili, grandi ed egoistiche passioni, è stato detto che un santo è una persona che ad ogni bivio che si apre davanti ai suoi passi sceglie la via migliore. Così come un uomo veramente malvagio è colui che sceglie sempre la peggiore. Anche quando compie gesta che vengono considerate giuste, lo fa sempre per una ragione malvagia. Ciò richiede una grande concentrazione e forza di volontà, questo tipo di persone diventa Vampiro. A volte il vampiro è ritenuto essere una persona che durante la vita mortale ha dedicato il suo tempo alla pratica della magia nera.
È difficile immaginare che questo tipo di persone possano, una volta decedute, riposare in pace, mentre è facile credere che la loro malvagità abbia messo in moto forze così potenti da permettere loro di continuare la loro opera di terrore e distruzione anche quando sono ormai nelle tombe. Qualche volta è stato anche detto che il vampiro deriva dall’accoppiamento tra una strega ed un diavolo. Con l’eccezione dell’Inghilterra, dove le streghe venivano irrimediabilmente impiccate, la pena universale per la stregoneria era il rogo. La cremazione del corpo morto, è considerata essere, allo stesso modo, uno dei pochi modi in cui i vampirismo può essere eliminato. Una delle credenze più comuni è quella che la persona morta sotto il bando della Chiesa sia irrevocabilmente destinata a diventare un vampiro. La scomunica è la principale e più seria pena che la Chiesa può infliggere.
La persona non cessa di essere cristiana, in quanto il Battesimo in sé non può essere cancellato, viene considerata un esilio, come se la persona non esistesse più davanti alle autorità cristiane. Presso gli Ebrei l’allontanamento dalla Sinagoga è la vera e propria scomunica. Secondo la Chiesa greca questa facoltà spirituale ha anche conseguenze fisiche, i Greci credono che la scomunica arresti la decomposizione del corpo dopo la morte. L’incorruttibilità del corpo di una persona maledetta è una vera e propria dottrina dell’ortodossia. Nel 1679 venne detto: “l’effetto di questa terribile sentenza è riportato dai preti greci …. Il corpo di una persona scomunicata non è in grado di tornare ai suoi elementi principali se la sentenza di scomunica non viene ritirata…”. Possiamo citare uno straordinario caso registrato, vero oltre ogni ombra di dubbio, di persone morte scomunicate i cui corpi sorsero dalle tombe lasciando il sacro recinto in cui erano sepolte.
Il racconto è registrato da san Gregorio il Grande, riguarda due suore morte, chiamate generalmente “Suore Morte”. Due fanciulle di nobile famiglia vennero ammesse nella sorellanza di S. Scolastica. Ora S. Benedetto aveva per primo introdotto nei conventi la regola del silenzio. In tutti i conventi e monasteri vi erano particolari luoghi e particolari tempi in cui la parola era assolutamente vietata. Al di fuori di questi luoghi e tempi invece la conversazione veniva addirittura incoraggiata, anche se sempre sotto la regola della carità e della moderazione. Quando venne riferito a S. Benedetto che due suore parlavano continuamente in modo indiscreto (le due sorelle amavano molto i pettegolezzi), il santo Abate ne fu molto dispiaciuto, e mandò a loro un messaggio: se non avessero imparato a tenere a freno la loro lingua e non avessero dato un miglior esempio nel monastero le avrebbe scomunicate.
All’inizio le due sorelle ne furono spaventate e promisero di bandire il loro difetto, ma l’abitudine traditrice era troppo forte per i loro buoni propositi; esse continuarono a recare offesa con le loro vane parole e morirono sotto la conseguenza della loro follia. A causa della loro provenienza da un grande ed importante casato vennero seppellite nella chiesa, vicino all’altare maggiore. Passò il tempo ed un certo giorno, durante una messa solenne, il Diacono gridò: “permettete a coloro che sono banditi di partecipare, permettete a coloro che sono scomunicati di abbandonare il loro recinto e lasciarci!” davanti allo sguardo di tutti, le due suore sorsero dalle loro tombe e si allontanarono mestamente dalla chiesa. Ciò accadde ogni volta che il Santo Mistero veniva celebrato, fino a che S. Benedetto non assolse i loro peccati e permise loro di riposare in pace.
Il fenomeno dell’incorruttibilità del corpo non viene vista come evidenza di santità, la preservazione del corpo di una persona che ha condotto una vita di eroiche virtù, quando questo è ufficialmente ed autorevolmente riconosciuto, può essere ammessa come un miracolo, come qualcosa di sovrannaturale. E’ stato detto che il Vampiro, come demone, rianima i cadaveri degli innocenti, ma questo è veramente dubbio. È molto probabile che i cadaveri infestati e preservati dal male e dall’oscurità siano quelli di persone che in vita si distinguevano per la malvagità al di fuori dell’ordinario. Spesso il vampiro è un cadavere rianimato dal proprio spirito nella sua ricerca di continuare a vivere nella morte predando i viventi e nutrendosi della loro linfa vitale. Cioè assorbendo il loro sangue dal momento che il sangue è il principio della vita.
Un’altra comune supposizione riguarda il suicidio: tutti i suicidi, dopo la morte, possono divenire vampiri, a volte ciò è esteso a coloro che muoiono di morte violente ed improvvisa. È credenza persistente a Maina, vicino a Capo Taenaron in Grecia, che l’uomo ucciso e non vendicato facilmente divenga un vrykolakas. In accordo con la sua natura di vampiro agogna il sangue del nemico. Per assicurargli il riposo eterno è necessario uccidere il suo assassino. Che il suicidio sia vietato è un insegnamento generale delle Sacre Scritture, che condannano l’atto come il peggiore dei crimini, proprio per questo la Chiesa nega ai suicidi la sepoltura nei cimiteri cristiani. A differenza da ciò il suicidio era considerato ammirevole della decadenza greca e romana, i Goti ed i Vandali non solo lo approvavano, ma lo ricercavano insieme alla morte violenta. Questa tradizione esisteva anche presso alcune tribù del sud dell’India accompagnate da un rituale piuttosto feroce; se un uomo litigava per motivi seri con un altro poteva uccidersi, così il suo fantasma poteva perseguitare il nemico o richiedere vendetta ai sopravvissuti.
Una delle prime domande che vengono alla mente è: come il vampiro lascia la sua tomba? Dobbiamo ricordare che il vampiro abbiamo detto essere perfettamente tangibile e può far sentire la sua presenza in modo inequivocabile e terribile. Questa difficoltà è stata chiaramente esposta da Dom Calmet che scrisse quanto segue : “come può un cadavere che è ricoperta da quattro o cinque piedi di terra, che non ha lo spazio per muoversi, che è avvolto in paramenti funerari, chiuso in una bara di legno, come può, dico, ricercare l’aria del mondo superiore e tornare al mondo, camminando sulla Terra e causando tutti quegli straordinari effetti che noi gli attribuiamo? Ed ancora, come riesce a tornare di nuovo nella sua tomba, dove verrà trovato fresco ed incorrotto, pieno di sangue esattamente come un corpo vivente? Deve essere forse supposto che questi cadaveri possono attraversare la terra senza disturbarla, proprio come l’acqua che riesce a penetrate il suolo senza smuovere o scavare il terreno in modo percettibile?” ed ancora “supponiamo che questi cadaveri non lascino la loro tomba del tutto, ma solo i loro spiriti e fantasmi appaiano ai viventi, come riescono questi fantasmi a preservare i loro corpi?
È l’anima di un uomo morto che non è ancora partita per la destinazione finale, o è un demone che li fa apparire in un corpo inesistente? E se questi corpi sono spettrali, come possono succhiare il sangue dei vivi? Siamo qui tirati in un triste dilemma quando ci poniamo la domanda se queste apparizioni siano naturali o miracolose” queste asserzioni possono sembrare molto rilevanti, ma forse se vengono osservate in modo imparziale si nota che il buon Benedettino era un po’ troppo dogmatico nelle sue asserzioni. Il fenomeno del suolo della tomba invariabilmente indisturbato dai movimenti notturni del vampiro, che può tra l’altro entrare da porte e finestre senza necessità di aprirle o romperle, solleva una discussione di non facile risoluzione. In primo luogo non è del tutto corretto lo stesso affermare che il suolo della tomba non venga disturbato del tutto. Dove furono fatte accurate investigazioni sul caso vennero trovati in genere quattro o cinque buchi o cunicoli, non molto più larghi del dito di un uomo, che percorrevano la terra fino a profondità notevoli.
Forse in questi piccoli dettagli possiamo trovare la soluzione del mistero. Il professor Ostwald scrive: “certe persone iniziano ad essere in grado di trasformare la loro scorta fisiologica di energia, di trasmetterla attraverso lo spazio, e di trasformarla, nel punto da loro stabilito, in una delle forme di energia conosciute. Risulta da questo che gli stessi medium siano usualmente piuttosto esausti, ciò è causato dal fatto che essi usano l’energia dei loro corpi. Sembra anche possibile la trasformazione in energia fisica”. Di uno dei più famosi medium, Eusapia Paladino, è così riportato: “Eusapia durante le sue sedute cade in un profondo sonnambulismo isterico. Quando inizia la trance, lei diventa pallida, la sua testa ciondola, i suoi occhi ruotano verso l’alto e verso il basso. Lei diveniva ipersensibile, specialmente al tatto, ed anche alla luce; aveva allucinazioni, deliri, fitte di risate, tremori o sonno profondo, e mostrava altre tipiche convulsioni di isterismo. Aveva problemi di digestione dopo le sedute, specialmente quando aveva mangiato prima dell’inizio di esse.
Ad una luce improvvisa o ad un tocco non atteso lei gridava e sobbalzava, come se soffrisse di una pena violenta.” Ed ancora “Eusapia Paladino era sempre molto esausta dopo le sedute, soprattutto dopo essere caduta nello stato di trance. A volte dormiva fino al mezzogiorno successivo, e per il resto del giorno era apatica e monosillabica. Dopo le sedute la sua pelle era gelida, i suoi battiti veloci e lei avvertiva un grande senso di fatica”. È significativo che questi siano anche i sintomi avvertiti da coloro che sono stati attaccati da un vampiro. Con questi dettagli presenti possiamo considerare la spiegazione del vampirismo data da Z.T. Pierart che scrisse quanto segue: “fino al momento in cui la forma astrale non si è del tutto liberata dal corpo, vi è la possibilità che possa essere forzata da un’attrazione magnetica a rientrare in esso.
A volte è solo a mezza via quando il corpo, che presenta l’aspetto della morte, viene sepolto. In questo caso l’anima astrale terrorizzata rientra nel suo involucro ed accade una delle seguenti due cose: la persona sepolta muore nell’agonia del terrore e del soffocamento o, se essa era molto materiale, diviene un vampiro. Qui inizia la seconda vita corporea. La forma astrale può vagare dove desidera, e fino al momento in cui non rompe il legame con il corpo che la contiene può vagare in forma visibile o invisibile e nutrirsi delle sue vittime. Facendo ciò trasmette attraverso una misteriosa ed invisibile connessione il risultato della caccia al corpo, mantenendolo in questo perpetuo stato di catalessi”. Questo commento può essere una corretta e possibile spiegazione.
Rimane ora da spiegare come possa essere riconosciuta la tomba di un vampiro, ed in che modo questo terrore possa essere scoperto e distrutto. In questo contesto non è fuori luogo riportare una lettera spesso citata da Dom Calmet: “è tuo desiderio, mio caro cugino, che io ti dia gli esatti dettagli di quanto è accaduto in Ungheria con riguardo a determinate apparizioni che spesso molestano e colpiscono gli uomini in questa parte di mondo. Sono nella posizione di poterti fornire queste informazioni, poiché ho vissuto per alcuni anni proprio in questi distretti, e di natura sono di disposizione inquisitoria. Questa è la normale procedura, una persona viene colpita da un grande languore e debolezza, perde ogni appetito, dimagrisce e perde consistenza visibilmente, e alla fine della settimana o al massimo di dieci giorni, spesso di notte, muore senza alcun sintomo a parte l’anemia e l’essere emaciato. In Ungheria dicono che un Vampiro lo ha attaccato ed ha succhiato il suo sangue. Molti di coloro che si ammalano dichiarano che uno spirito bianco li sta seguendo e sta loro vicino come un’ombra.
Quando noi eravamo nei quartieri militari nella contea di Temesvar due ufficiali del reggimento in cui ero morirono di questo languore, e molti altri furono attaccati e sarebbero morti se il Caporale del reggimento non avesse fermato le malattie ricorrendo alle cerimonie praticate dalla popolazione locale. Loro scelgono una fanciulla vergine e la fanno montare su uno stallone giovane, questo deve essere totalmente nero, senza nemmeno la più piccola macchia bianca, la cavalcatura viene guidata al cimitero, attraverso le tombe, la tomba su cui l’animale rifiuta di passare nonostante sia spinto e guidato con insistenza è la tomba in cui il vampiro giace. La tomba viene aperta e loro trovano un grasso corpo, con gli stessi colori della salute di un uomo che stia felicemente e tranquillamente dormendo. Con un singolo colpo di spada affilata tagliano via la testa, dalla cima del corpo decapitato esce un violento getto di sangue di un ricco color rosso, che riempie tutta la tomba.
Quando ciò è stato fatto riempiono di nuovo di terra la tomba ed immediatamente i sintomi della terribile malattia cessano e svaniscono, i colpiti recuperano gradualmente le forze, proprio come i convalescenti guariti da una lunga malattia. Questo è esattamente cosa è capitato nel caso dei nostri giovani ufficiali che si erano ammalati. Poiché il Colonnello del reggimento, il Capitano ed il Luogotenente erano assenti, mi è capitato di essere al comando proprio in questi momenti e fui dispiaciuto che il Caporale avesse aggiustato l’affare senza la mia conoscenza. Stavo per ordinare nei suoi confronti una severa punizione militare, cosa comune quanto basta al servizio Imperiale. Avrei voluto poter dire al mondo di essere stato presente all’esumazione di un vampiro, ma dopo tutto è troppo tardi per questo ora”.
È già stato evidenziato come in un cimitero spesso vengano trovati segni di piccoli passaggi di dita umane attraversanti la terra, e che la presenza di questi segni viene considerata prova certa del vampirismo del corpo che li sotto giace. Quando il corpo viene esumato, anche se la morte risale a molti anni prima, non è decaduto, non vi è traccia di corruzione o decomposizione, l’intera persona è posizionata come se dormisse in un sonno profondo. A volte gli occhi sono chiusi, spesso sono aperti, spalancati, fissi. Le labbra sono piene e rosse, ma ritirate sui denti che scintillano lunghi ed affilati come rasoi, di un bianco avorio. Spesso la bocca è piena di sangue, che scivola giù dagli angoli, segno del pasto notturno. In un caso di epidemia di vampirismo è registrato che tutte le tombe erano piene di sangue.
Quando un vampiro viene inseguito e trovato nella sua tomba uno dei metodi più approvati per renderlo inoffensivo e di trafiggere il corpo, lì dove risiede il cuore, con un affilato palo; in Dalmazia e in Albania, il palo affilato viene sostituito da un pugnale consacrato, benedetto ritualmente con incensi ed acqua santa. È tradizione che il vampiro debba essere trafitto da un singolo ferale colpo, due o tre lo riporterebbero alla vita. Questa curiosa idea è presente in tutte le tradizioni. Nelle “Mille e Una Notte” troviamo la storia di “Sayf al Muluk e Badino al Jamal” dove l’eroe taglia in due il non morto con un singolo colpo attraverso il corpo. Il fantasma gli dice allora: “Oman, se tu davvero desideri uccidermi, colpiscimi una seconda volta”, il giovane sta per colpirlo per la seconda volta con la sua scimitarra quando un mendicante cieco da lui aiutato una volta lo ammonisce: “non colpire una seconda volta, perché allora lui non morirebbe ma vivrebbe ancora e ci distruggerebbe”, l’eroe ferma allora la sua mano ed il non morto svanisce nel nulla.
Quando il palo ha perforato il corpo del vampiro questo inizia a gridare con voce terribile ed il sangue schizza violentemente in ogni direzione mentre il vampiro fende inutilmente l’aria con le sue mani impotenti. È tradizione che se la creatura è morta da molti anni e la sua misteriosa vita è terminata in questo cruento modo, il cadavere si trasformi immediatamente in polvere. In alcuni Paesi è tradizione andare sul luogo subito dopo l’alba,, poiché il vampiro può lasciare la sua tomba solo dopo il tramonto e deve tornare alla sua tana, in questo modo verrà colto mentre ritorna torpido e pesante a causa dei suoi banchetti di sangue notturni. In ogni caso il sconfinamento delle attività del vampiro alle ore notturne non è universale, per alcune tradizioni esso può camminare anche in pieno giorno, ma ad esempio per l’Epiro e Creta, come presso i Valacchi ed i Turchi, non può lasciare la tomba di Sabato, per questo motivo il giorno viene dedicato alla sua cattura.
Dopo che il palo è stato conficcato nel cuore del vampiro con un singolo colpo, la sua testa deve essere tagliata, preferibilmente con la vanga del Sacrestano piuttosto che con una spada. Bruciare il corpo del vampiro viene in genere considerato il metodo più efficace per debellare questa peste demoniaca, ed è una pratica comune in tutto il mondo. Anche i corpi di coloro che potrebbero essere stati infettati dal veleno del vampiro vengono cremati per sicurezza. Ogni animale che esce dal fuoco del rogo del vampiro, come vermi, serpenti, scarafaggi, uccelli dalla forma orribile e contorta, devono essere diretti nuovamente verso il fuoco e bruciati poiché il vampiro potrebbe reincarnarsi in loro cercando di fuggire per potersi rinnovare nel suo folle parassitismo di morte. Le ceneri del rogo devono essere sparse nel vento, o gettate in un fiume che porta al mare. A volte il corpo prima di essere bruciato viene fatto a pezzi, spesso, in questo caso, il cuore viene strappato dal petto e bollito nell’olio e nell’aceto. Quantità di acqua bollente ed olio vengono anche gettate nella tomba al fine di purificarla.

venerdì 9 settembre 2011

E POSSIBILE VIAGGIARE NEL TEMPO?



In uno degli sviluppi più sfrenati degli ultimi decenni della scienza più seria i ricercatori dalla California a Mosca si sono messi ad investigare il viaggio nel tempo. Fino ad ora non si sono messi a costruire macchinari del tipo di TARDIS nei loro laboratori, ma hanno realizzato che secondo le equazioni della teoria generale della relatività di Albert Einstein (la migliore teoria su tempo e spazio che abbiamo), non c’è niente nelle leggi della fisica a vietare il viaggio nel tempo. Potrebbe essere estremamente difficile metterlo in pratica, ma non è impossibile.
Suona come fantascienza, ma la cosa è presa in modo così serio dai relativisti che alcuni di loro hanno proposto che ci deve essere una legge di natura per prevenire il viaggio temporale e di conseguenza prevenire i paradossi che ne conseguono, anche se nessuno ha una benché minima idea su come possa operare una tale legge. Il paradosso classico, naturalmente, accade quando una persona viaggia indietro nel tempo e fa qualche cosa per prevenire la propria nascita (uccidere la propria nonna da bambina, nell’esempio più sanguinario, o semplicemente accertandosi che i propri genitori non si mettano mai assieme, come in Ritorno Al Futuro). Questo va contro ogni logica, dicono gli scettici e perciò deve esserci una legge che gli si opponga. Più o meno si tratta dello stesso argomento che era usato per provare che il viaggio spaziale è impossibile.
E allora, che cosa ci dicono le equazioni di Einstein se spinte al limite? Come ci si può aspettare la possibilità del viaggio temporale coinvolge quelli che sono gli oggetti più estremi, i buchi neri. E poiché la teoria di Einstein è una teoria dello spazio e del tempo, non dovrebbe esserci sorpresa alcuna se i buchi neri offrono, in principio, un modo per viaggiare attraverso lo spazio, ma anche attraverso il tempo. Un buco nero comune, comunque, non funzionerebbe. Se un tale buco nero si fosse formato da un grumo di materiale non rotante, se ne starebbe semplicemente nello spazio ad inghiottire tutto ciò che gli arriva a tiro. Al cuore di un tale buco nero c’è un punto conosciuto come singolarità, un punto dove spazio e tempo cessano di esistere e la materia è compressa fino ad una densità infinita. Trenta anni fa Roger Penrose (attualmente alla Oxford University) ha provato che qualsiasi cosa cadesse in un buco nero di questo tipo sarebbe transitata nella singolarità dalla sua spinta gravitazionale e tolta di.
Ma negli anni ‘60 il matematico neozelandese Roy Kerr scoprì che le cose sono differenti se il buco nero è rotante. Si forma pur sempre una singolarità, ma sotto forma di anello, come la menta col buco. In principio sarebbe possibile immergersi in un buco nero di questo tipo e passare attraverso l’anello per emergere in un altro luogo ed in un altro tempo. Questa "soluzione Kerr" è stato il primo esempio matematico di macchina del tempo, ma allora nessuno la prese sul serio. A quel tempo non ci fu quasi nessuno che prendesse seriamente l’idea dei buchi neri e l’interesse nella soluzione Kerr si sviluppò solo negli anni ‘70, dopo che gli astronomi scoprirono quelli che sembravano essere dei veri buchi neri, sia nella nostra Via Lattea che nel cuore di altre galassie.
Ciò portò ad una proliferazione di pubblicazioni popolari che dichiaravano, per il disappunto dei relativisti, che il viaggio nel tempo poteva essere possibile. Negli anni’80, comunque, Kip Thorne, del CalTech (uno dei principali esperti al mondo sulla teoria generale della relatività) ed i suoi colleghi si misero a provare una volta per tutte che tali sciocchezze non erano ammesse realmente dalle equazioni di Einstein. Studiarono la situazione da tutte le parti ma furono costretti alla conclusione non tanto gradita che non c’era realmente nulla nelle equazioni che vietasse il viaggio nel tempo ammesso che si abbia la tecnologia per manipolare i buchi neri (e questa è una grossa clausola restrittiva). Accanto alla soluzione Kerr sono permessi altri tipi di macchine del tempo da buchi neri, incluse combinazioni descritte con efficace vivacità come "wormhole", in cui un buco nero in un determinato luogo e tempo è connesso ad un buco nero in un altro luogo e un altro tempo (o allo stesso luogo in un tempo differente) attraverso una "gola". Thorne ha descritto alcune di queste possibilità in un libro recente, Black Holes and Time Warps (Picador), che è stracolmo di informazioni ma tutt’altro che di facile lettura. Ora, Michio Kaku, un professore di fisica di New York, si è presentato con una variazione sul tema più accessibile col suo libro Hyperspace (Oxford UP), che (a differenza del libro di Thorne) include almeno una discussione sul contributo di ricercatori come Robert Heinlein nello studio del viaggio temporale. Il Big Bang, la teoria stringa, i buchi neri e i baby-universi, tutti trovano qui menzione, ma è il capitolo sul come costruire una macchina del tempo che fornisce la lettura più affascinante.
"La maggior parte degli scienziati, che non hanno studiato seriamente le equazioni di Einstein," afferma Kaku, "liquidano il viaggio temporale come stupidaggini". E poi continua con lo spiegare perché quei pochi scienziati che hanno studiato seriamente le equazioni di Einstein siano meno categorici. La pagina che preferiamo è quella riempita da un diagramma che mostra lo strano alberi genealogico di un individuo che cerca di essere sia il padre di se stesso/a che la madre di se stesso/a, basato sul racconto di Heinlein "All you zombies". E la descrizione di Kaku di una macchina del tempo è qualcosa che avrebbe fatto felici i fan del Dr Who e di H.G.:
…consiste di due camere con ognuna che contiene due piatti di metallo paralleli. Gli intensi campi elettrici creati tra ogni coppia di piatti (molto più grandi di qualsiasi cosa possibile con l’odierna tecnologia) lacera la trama dello spaziotempo creando un buco nello spazio che collega le due camere.
Avvantaggiandosi della teoria speciale della relatività di Einstein, che afferma che il tempo scorre lento per un oggetto in movimento, una delle due camere viene poi spedita in un lungo e veloce viaggio e poi riportata indietro: il tempo trascorrerebbe in modo diverso ai due capi del wormhole, [e] e chiunque cadrebbe in uno dei capi del wormhole verrebbe spinto istantaneamente nel passato o nel futuro [allorché emergerebbe dall’altro capo].
E tutto questo, è bene sottolineare, è stato pubblicato da scienziati seri su riviste rispettabili del calibro di Physical Review Letters (non ci credete? Controllate il volume 61, pagina 1446). Comunque, come si sarà notato, la tecnologia richiesta è sorprendente, in quanto richiede di prendere ciò che ammonta ad un buco nero per un viaggio attraverso lo spazio ad una frazione che si avvicina alla velocità della luce. Non abbiamo mai detto che sarebbe stata una cosa facile! E allora come si aggirano i paradossi? Gli scienziati hanno una risposta anche a questo. E’ ovvio se ci si pensa sopra, tutto ciò che si deve fare è di aggiungere un contributo giudizioso dalla teoria quantistica al viaggio temporale permesso dalla teoria della relatività. Fintanto che si è un esperto in entrambe le teorie si può trovare un modo per evitare i paradossi.
Funziona in questo modo. Secondo un’interpretazione della fisica quantistica (ci sono molte interpretazioni e nessuno sa qual è quella "giusta", se mai ne esista una), ogni volta che un oggetto quantistico, come un elettrone, è di fronte ad una scelta, il mondo si divide per permettergli di accettare ognuna delle possibilità offerte. Nell’esempio più semplice l’elettrone si potrebbe trovare di fronte ad una parete con due buchi, di modo che potrebbe attraversare un buco o un altro. L’Universo si divide in modo che in una delle versioni della realtà (un gruppo di dimensioni relative) attraversa il buco sulla sinistra, mentre nell’altra va attraverso il buco sulla destra. Spinta al limite questa interpretazione afferma che l’Universo è scisso in copie tendenti all’infinito di se stesso, tutte variazioni su un tema di base, in cui tutti i risultati possibili di tutti i possibili "esperimenti" devono accadere in qualche luogo del "multiverso". C’è quindi, per esempio, un Universo in cui i laburisti sono al governo da 15 anni e si trovano sotto la minaccia di un risorgente partito Tory guidato dal giovane e vibrante John Major.
E come risolve tutto ciò i paradossi? Così. Si supponga qualcuno che torna indietro nel tempo per uccidere la propria nonna da bambina. In questo quadro del multiverso si è recato ad un punto di biforcazione della storia. Dopo aver ucciso la nonna torna in avanti nel tempo, ma in un diverso ramo del multiverso. In Questo ramo della realtà non è mai nato, ma non c’è nessun paradosso in quanto nell’universo della porta accanto la nonna è viva e vegeta cosicché l’assassino è potuto nascere ed è potuto andare indietro nel tempo per commettere il suo misfatto!
Ancora una volta sembra fantascienza e ancora una volta gli scrittori di fantascienza sono arrivati per primi. Ma questa idea degli universi paralleli e delle storie alternate come soluzione ai paradossi del viaggio del tempo si sta prendendo in modo serio da alcuni (anche se non molti) ricercatori, incluso David Deutsch, ad Oxford. La loro ricerca riguarda sia il tempo che le dimensioni relative nello spazio. Non è che se ne potrebbe ricavare un simpatico acronimo:TARDIS (time and relative dimensions in space)?